Era estate, anche se le temperature erano diverse decine di gradi sotto lo zero, quando Franco Borgogno si è unito – in rappresentanza di E.Ri.I. – alla spedizione scientifica organizzata dal 5 Gyres Institute di San Francisco, nel Mar Glaciale Artico: partenza da Kangerlussuaq (Groenlandia), arrivo a Cambridge Bay (Canada). Quindici giorni passati a documentare il lavoro di ricerca, raccolta e analisi volto a studiare la presenza di microplastiche nelle acque degli oceani.

É da circa quindici anni che il mondo ha iniziato a scoprire il problema legato ai rifiuti plastici nei mari; oggi si stima che questi siano la discarica che ospita circa 5000 miliardi di pezzi, per 268000 tonnellate, interamente in quel materiale pressoché eterno che è per l’appunto la plastica. Ma ben più recente è la presa di coscienza della questione legata alle microplastiche, la cui dispersione è molto più difficile da controllare, e la cui presenza nelle acque salate della Terra è in tale, vertiginosa ascesa da convincere molti studiosi del fatto che questa sarà la più “calda” fra le questioni ambientali globali dei prossimi anni.

Franco Borgogno, giornalista (è docente presso il Master in Giornalismo dell’Università di Torino), fotografo e guida naturalistica, ha raccolto molte immagini di questo eccezionale viaggio scientifico nel cortometraggio “5 Gyres Arctic Expedition”, subito entrato tra i finalisti all’International Ocean Film Festival di San Francisco; e adesso, dopo mesi di appassionata lavorazione, l’intero resoconto della spedizione è a disposizione di tutti nel volume “Un mare di plastica”, pubblicato dai tipi di edizioni Nutrimenti.

Il racconto percorre la preparazione, i luoghi, gli incontri (con persone e con animali), fino al punto in cui gli incontri non ci sono più perché si è arrivati nel grande deserto di ghiaccio; ma c’è ancora, anche otto giorni di nave dopo aver visto l’ultimo essere umano, lei: la plastica.
In “Un mare di plastica”, l’inquinamento da microplastiche è raccontato anche con schede, grafici e foto che rendono di facile comprensione un problema di enorme portata, ma sul quale ciascuno di noi – come si può leggere sulle pagine del libro – può incidere positivamente con determinati gesti, nella propria vita quotidiana.