Una giornata diversa conoscendo, osservando e toccando con mano alcune delle attività di European Research Institute. E’ quella che hanno potuto e, soprattutto, voluto vivere una ventina di dipendenti di Intesa Sanpaolo che a metà luglio hanno trascorso un’intera giornata con noi, scoprendo nel dettaglio le nostre attività in campo sociale, con i richiedenti protezione internazionale, e in campo ambientale, scoprendo i dettagli spedizione di agosto 2016 nel Passaggio a Nord Ovest – cui E.R.I. ha partecipato tramite Franco Borgogno – e mettendosi alla prova con le nostre attività nel campo della sensibilizzazione e la ricerca sui rifiuti di plastica che infestano l’acqua di tutto il mondo.

Il 12 e 13 luglio, divisi in due gruppi, i lavoratori di Intesa Sanpaolo che hanno scelto di trascorrere la giornata con E.R.I. al mattino hanno “scoperto” l’associazione, conoscendone genesi e attività con una panoramica sui molti progetti attivi, e poi si sono messi alla prova partecipando a un “clean-up” nel Parco delle Vallere, tra Po e Sangone, per scoprire con i propri occhi quanti rifiuti di plastica si possano trovare dispersi nell’ambiente, depositati a riva dalle piene dei fiumi (nelle foto il risultato di una sola ora di raccolta). Al pomeriggio, negli spazi di Ozanam, i volontari hanno potuto conoscere in dettaglio le attività (dall’orto all’apicoltura, alle lezioni di lingua o al disbrigo delle formalità burocratiche quotidiane) che European Research Institute svolge con i richiedenti protezione internazionale affidati alle proprie cure, ma anche le storie e i mille risvolti umani di un fenomeno che troppo spesso viene divulgato soltanto come un elemento di cronaca e polemica politica.

Stefano Andreotti spiega la genesi del progetto: “L’iniziativa nasce per volontà di Intesa SanPaolo, ufficio pianificazione, che tramite Banca Prossima, l’istituto destinato alle attività del terzo settore, ha voluto individuare realtà strutturate che potessero essere interessate ad avere una giornata di volontariato a supporto della propria attività. Esiste un monte ore aziendale a cui contribuiscono volontariamente i dipendenti e la stessa azienda per il welfare, in caso di necessità per particolari problemi familiari che richiedano l’assenza di qualche lavoratore al di là delle ore di permesso disponibili da contratto, e per progetti di volontariato aziendale. In questo modo, in molti hanno potuto usufruire di questa possibilità e scoprire realtà che spesso vengono percepite indirettamente, in maniera vaga e inevitabilmente imprecisa. In queste giornate abbiamo invece avuto la possibilità di conoscere direttamente la realtà dei richiedenti asilo, le persone e i percorsi che affrontano nella realtà quotidiana e comprendere il lavoro degli operatori/mediatori/legali/psicologi; lungo il Po abbiamo visto con i nostri occhi il fenomeno di un inquinamento ancora poco conosciuto ma che è enormemente diffuso e impattante nella nostra quotidianità e società”.